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Produzione culturale

(U.S. Slc Cgil) - gio 23 gen - “La Uilcom Uil e Fistel Cisl firmano con Anec il rinnovo del CCNL degli esercizi, mentre come Slc Cgil non firmiamo questo rinnovo che precarizza, rende i lavoratori più ricattabili, più poveri e meno tutelati, mentre nello stesso tempo gli esercizi cinematografici usufruiscono del 60% di finanziamento pubblico per consentirne il rilancio.” Così la segreteria nazionale della SLC CGIL che rappresenta il settore cultura Sabina Di Marco sulla questione del rinnovo del CCNL degli esercizi cinematografici. “C'è un uso smodato delle flessibilità del contratto a termine con possibili ulteriori deroghe al contratto nazionale nella contrattazione aziendale e nessuna causale sotto i 5 dipendenti oltre all' introduzione del lavoro intermittente fino al 50% degli addetti.
Con questo contratto si dice si alla precarizzazione del lavoro nel settore degli esercizi cinematografici, sottoscrivendo un contratto che arriva a prevedere fino al 50% di lavoro precario e regola in pejus la legge sul lavoro intermittente, consentendone l'utilizzo per tutti i lavoratori superandone i tetti di età.
Il lavoro negli esercizi cinematografici va sempre più perdendo qualità e riconoscimento professionale. Il contratto degli esercizi cinematografici, contiene già tutta la flessibilità necessaria per far fronte ad un'attività ciclica e con dei picchi di produzione imprevisti. Abbiamo molti esempi utili e più tutelanti per i lavoratori anche nel settore del commercio. La nostra organizzazione si è resa disponibile a dare tutte le risposte necessarie a far fronte alle esigenze degli esercizi cinematografici, sia per le piccole che per le grandi realtà, lavorando in maniera seria e costante al rinnovo contrattuale. Arrivare al 50% di lavoro a termine e intermittente assieme all'uso spinto del part time già in essere contribuisce ad avere lavoro povero e, nel futuro, donne e uomini con pensioni da fame". " Per questo la nostra contrarietà ad apporre la firma ad un processo che invece di far risalire la china al settore e dargli prospettive di sviluppo pensa in maniera miope di tamponare le fuoriuscite di lavoratori scontenti dal trattamento ricevuto, offrendo lavoro giornaliero sempre più precario.
Per i pochi lavoratori che permarranno a tempo indeterminato sarà sicuramente un ristoro utile, a fronte di una pandemia che ha falcidiato il lavoro. Certo è che quell'aumento nelle tasche dei part time, tempi determinati e dei lavoratori intermittenti, che andrà parametrato con le giornate ridotte di lavoro, sarà una buona contropartita per avere a costo ridotto lavoratori più disponibili a tutto.

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