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Servizi postali

Roma, 16 Aprile 2012

Dr. Paolo Faieta

 Resp. Relazioni Industriali

 Poste Italiane S.p.A.

 Viale Europa,175

 00144 ROMA

 

Oggetto: Diffida

  La scrivente O.S. è venuta a conoscenza del fatto che in diverse unità produttive Codesta Azienda ha ostacolato, mettendo in atto una serie di comportamenti ostruzionistici quali a mero titolo esemplificativo e non esaustivo il rifiuto del protocollo di ricezione atti, l’indizione per le elezioni di rinnovo delle RSU, comunicata dalla scrivente con nota del 4 aprile u.s.

Tali comportamenti, oltre ad avvelenare un clima già abbastanza pesante, anche per le posizioni assunte dalle OO.SS. CISL SLP, UIL Poste, CONFSAL- Com e UGL-COM le quali hanno recentemente disdettato il Protocollo di Intesa sulle RSU e sui R.L.S. del 16.9.2003, integra, a tutti gli effetti, un comportamento antisindacale.

Al fine di garantire il regolare svolgimento delle elezioni per il rinnovo delle RSU e R.L.S. Vi diffidiamo da cessare i detti comportamenti, invitandoVi, al contempo, ad assumere una fattiva collaborazione per garantire il diritto al voto dei lavoratori.

Distinti saluti

La Segretaria Nazionale

Barbara Apuzzo

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SLP/CISL, UIPOSTE/UIL,SAILP/CONFSAL/ e UGL COMUNICAZIONE hanno dunque disdetto le rappresentanze sindacali unitarie in Poste Italiane. Tralasciamo le accuse che, da veri sindacati “maggioritari” che però hanno paura del voto dei lavoratori ...e soprattutto della rappresentanza dei lavoratori, rivolgono al SLC-CGIL perché è davvero, a questo punto, poco importante. Quel che conta è che le RSU sono scadute da quattro mesi ed adesso si capisce perché: non intendevano rinnovarle, non per la paura di diventare minoranza, ma perché sulla base dell’accordo interconfederale del 2011 le RSU hanno diritto pieno ed esplicito di voto.   Ciò significa che le segreterie non hanno più potere assoluto, come sempre è stato, dentro l’azienda, ma devono confrontarsi con “lavoratori eletti da lavoratori “. In altra sede discuteremo la legittimità giuridica dell’atto. Qui interessa solo capire perchè due organizzazioni sindacali confederali pensano, dopo gli accordi interconfederali, di fare il percorso indietro: dalla RSU alla RSA.  Non sappiamo a caldo, in virtù di questa scelta, quanti rappresentanti sindacali, che sono impegnati tutti i giorni in qualità di RSU, dovranno fare un passo indietro per cedere il posto a dei nominati ( cioè a dei raccomandati dalle segreterie sindacali).   Sappiamo che due organizzazioni, la UILPOSTE e la UGL/COMUNICAZIONE, hanno disertato le urne, nella scorsa tornata elettorale, nominando le RSA con il risultato di essersi trovati senza rappresentanza ed in condizione obiettiva di minorità al tavolo negoziale.   L’atto è gravissimo, dimostra come l’immobilismo sindacale e la crisi del SLP/CISL siano ormai ad un punto di cronicità.  Faremo le nostre riflessioni, ma è chiaro che già con l’indizione delle elezioni per il rinnovo delle RSU, da parte di tutti i lavoratori, abbiamo deciso che quella è una strada che non ha ritorno. Vogliamo un’azienda normale, e votare alle Poste è un segno di normalità.   Emilio Miceli

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E’ notizia di ieri che SLP CISL, UIL Poste, CONFSAL Comunicazioni e UGL Comunicazioni hanno perso il "ricorso ex art. 28 Statuto dei lavoratori" (comportamento antisindacale) contro Poste Italiane S.p.A.

L’oggetto della condotta antisindacale consisteva, a loro giudizio, nella mancata concessione da parte aziendale della separazione dei tavoli di trattativa.

Abbiamo già detto che le regole per l’esercizio delle relazioni sindacali, fissate unitariamente nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, non possono a nostro avviso valere o meno, a seconda delle convenienze/opportunità politiche di qualcuno dei soggetti firmatari.

Così come abbiamo definito surreale il fatto che l’eventuale, legittimo e democratico dissenso su qualunque argomento in discussione possa giustificare il tentativo di isolamento di una organizzazione sindacale.

Questo sostanzialmente è quanto viene fuori dalla sentenza del giudice.

Qualcuno potrebbe dire che ha "vinto" l’azienda e, come è ovvio, quando vince l’azienda in uno scontro con le OO.SS. non si può mai essere contenti.

La verità però in questo caso è un’altra: ha vinto il Contratto, con i suoi contenuti unitari; hanno vinto le regole, perché quando si stabiliscono insieme, queste poi valgono per tutti.

Rimane una certa amarezza per il fatto che l’unico soggetto a difendere il valore e i contenuti del CCNL sottoscritto anche da SLP CISL e gli altri sia stata l’azienda, così come dispiace dover evidenziare che qualunque posizione dovessero assumere da adesso le 4 OO.SS. al tavolo unitario, avrebbero potuto assumerla anche 8 mesi fa. Nel frattempo l’azienda non avrebbe potuto dare il via indisturbatamente all’ennesima riorganizzazione di mercato privati, e neppure forse immaginare una nuova riorganizzazione dei servizi postali.

Adesso è necessario tornare con i piedi per terra e chiudere definitivamente questa brutta pagina sindacale.

La Segreteria Nazionale SLC CGIL

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COMUNICATO RIUNIONE DEL 3/4/2012

Si è tenuto il 3 aprile lincontro con Poste Italiane, presso l'Unione Industriali di Roma, per affrontare i temi riguardanti gli "Esodati" ed il Fondo di solidarietà e di sostegno al reddito.

Vista l’importanza degli argomenti in discussione, abbiamo messo in campo tutta la pazienza e la disponibilità di cui siamo capaci, per tentare di mantenere la trattativa esclusivamente sul merito.

L’obiettivo era, chiaramente, quello di raggiungere un’intesa unitaria su entrambi gli argomenti, tenuto conto che questi hanno notevole rilevanza e conseguente impatto sociale.

Ci eravamo illusi che gli importanti avanzamenti registrati sui due argomenti fossero propedeutici ad un necessario e responsabile – gli argomenti lo meritavano - orientamento unitario, ma ben presto ci siamo dovuti ricredere, e i consueti atteggiamenti inconcludenti, illogici e pretestuosi, delle solite quattro organizzazioni sindacali, hanno finito per prevalere.

  • Infatti, la discussione sul primo punto aveva fatto registrare alcuni punti di intesa (la possibilità che il cosiddetto “avviso comune” dei sindacati evolvesse in una “dichiarazione congiunta”, di tutte le parti al tavolo, per superare il vincolo temporale dei 24 mesi entro i quali poter risolvere il problema esodi; o sostanziali modifiche al famigerato “art. 24” che impedisce la definitiva inclusione di coloro che, altrimenti, continuerebbero a non trovare soluzione. Tutte proposte scaturite dal tavolo, sulle quali l’azienda ha dichiarato il proprio impegno anche attraverso una lettera, inviataci dal capo delle Risorse Umane, contenente proposte soluzioni utili e concrete.

La Cisl e altre due organizzazioni sindacali, nonostante questi importanti elementi di novità, e nonostante ci fosse la disponibilità ad accogliere proposte che esse stesse avevano formulato, non ha inteso sottoscrivere alcuna dichiarazione comune, lasciando solo alle confederazioni (con l’iniziativa del 13 di aprile) il peso di una proposta risolutiva sull’argomento: per noi, incomprensibilmente, è stata un’occasione mancata.

L’azienda ha tuttavia dichiarato che metterà il verbale d’intesa “in un cassetto”, auspicando, nel breve periodo, un ripensamento delle organizzazioni sindacali contrarie all’accordo.

 

  • Sul ripristino del fondo di solidarietà, al momento inutilizzabile nonostante sia dotato di ingenti risorse economiche, la musica è stata la stessa.

Lo sblocco del Fondo potrebbe essere di indubbia utilità, specie per finanziare specifici trattamenti destinati ai lavoratori interessati da riduzioni di orario o dalla sospensione temporanea dell’attività lavorativa .

Di fatto potrebbe rappresentare il nostro unico “ammortizzatore sociale”, in attesa delle modifiche legate al provvedimento governativo sul mercato Postale, consentendo interventi di politiche attive di sostegno al reddito e all’occupazione.

Purtroppo anche su questo argomento, nonostante gli evidenti elementi di positività, abbiamo registrato da parte della Cisl e delle altre OO.SS, un atteggiamento dilatorio, sostanzialmente mirato a non assumersi alcuna responsabilità: ma si tratta di una valutazione errata!

Se, infatti, l’I.N.P.S. dovesse assorbire questi fondi, accantonati col contributo delle lavoratrici e dei lavoratori, senza nessun utilizzo per la categoria, allora saranno chiarissime le responsabilità.

Anche questo verbale è stato temporaneamente accantonato, auspicandone una sottoscrizione unitaria.

Le prossime riunioni dovranno essere necessariamente riprogrammate poiché una O.S. si e’ dichiarata indisponibile all’incontro di mercoledì e parzialmente a quello di giovedì.

Sperando di non perdere più altro tempo prezioso, continueremo a tenervi informati sugli sviluppi.

Roma,5 Aprile 2012

 

La Segreteria Nazionale Area Servizi SLC CGIL

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Il 13 gennaio 2012, SLP CISL, UIL Poste, CONFSAL Comunicazioni e UGL Comunicazioni hanno depositato presso il Tribunale Ordinario di Roma un "ricorso ex art. 28 Statuto dei lavoratori" (comportamento antisindacale) contro Poste Italiane S.p.A.

 A questo punto, i buoni oratori direbbero che è venuto meno" l’oggetto del contendere", ma così non è. In realtà non lo era neanche prima. Facciamo notare infatti il famoso accordo non firmato dalla scrivente (allegato al ricorso delle 4 OO.SS.) non ha mai prodotto nulla: la commissione che si sarebbe dovuta insediare entro il 31 dicembre 2011 non si è mai costituita!delle graduatorie per la mobilità; le stabilizzazioni dei precari; gli interinali (solo per citarne alcuni).

 L’oggetto della condotta antisindacale consisterebbe, a loro giudizio, nella mancata concessione da parte aziendale della separazione dei tavoli di trattativa.

 Tale richiesta sembrerebbe motivata dalla necessità di trattare separatamente dalla SLC CGIL, definita "inaffidabile", le questioni oggetto del confronto.

 Rileviamo una certa qual contraddizione nel constatare che, mentre in Poste italiane SLC-Cgil è tacciata di inaffidabilità e si invoca a gran voce l’attivazione di tavoli separati per tentare di isolarla, in altre aziende del gruppo, dove vigono le medesime regole, ad esempio Postel, ci si riunisca normalmente, firmando unitariamente importanti accordi di riorganizzazione aziendale.

 Accade lo stesso in Swiss Post Solutions e in TNT-Post.

 Nel frattempo, in Poste italiane, le 4 OO.SS. che promuovono il sopraccitato ricorso ex art. 28 e boicottano ogni trattativa, impediscono qualsiasi confronto dal momento che l’azienda, nel rispetto di quanto sottoscritto in sede di rinnovo di CCNL, convoca unitariamente le 6 OO.SS. firmatarie.

 Ufficialmente, per poter giustificare il conferimento della patente di inaffidabilità a SLC CGIL, i 4 esempi di coerenza, affidabilità, modestia e serietà (sic!) propongono una fantasiosa ricostruzione della notte della sottoscrizione, peraltro unitaria, del CCNL 2010-2012.

 Infatti, durante la stretta finale del negoziato SLC CGIL si oppose alla stipula della cosiddetta "clausola compromissoria", quella norma, cioè, che avrebbe ridotto ai lavoratori, su alcune materie, la possibilità di potersi tutelare legalmente a causa del trasferimento della competenza su queste, dal Giudice del lavoro ad un collegio arbitrale sostanzialmente " privato".

 Oggi, pur esistendo fortissimi dubbi di costituzionalità che potrebbero invalidarla, quella clausola è diventata Legge dello Stato, e noi, fermo restando il rispetto della legge, non abbiamo certo cambiato idea: attraverso le "Clausole compromissorie" si realizza la demolizione del diritto del lavoro e si riduce il livello di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori con la complicità, inspiegabile, di alcuni sindacati.

 Evidentemente le ragioni – quelle autentiche – del continuo ostracismo dato al Slc-Cgil sono altre e francamente ci sfuggono.

Riteniamo tuttavia inaccettabile che le regole per l’esercizio delle relazioni sindacali, fissate unitariamente nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, possano valere o meno, a seconda delle convenienze/opportunità politiche di qualcuno dei soggetti firmatari.

 Ed inoltre, consideriamo surreale il fatto che l’eventuale, legittimo e democratico dissenso su qualunque argomento in discussione possa giustificare il tentativo di isolamento di una organizzazione sindacale.

 A livello confederale, tra CGIL, CISL e UIL sono emerse negli anni differenze rilevanti e sostanziali, poi però queste, a partire dalla stipula dell’accordo del 28 giugno, sono state accantonate, privilegiando gli interessi dei lavoratori.

 In un epoca che vede le confederazioni impegnate in un percorso di riunificazione, fondato sulla ricerca degli elementi che accomunano a discapito di quelli che caratterizzano le diverse sensibilità, non trova spazio dunque una visione totalitaria e irrispettosa dell’autonomia di giudizio che è propria di ciascuna parte negoziale.

 Quanto al criterio di attuazione dei cosiddetti "tavoli separati" sarebbe interessante capire quali organismi e quali livelli dovrebbero essere coinvolti, tenuto conto che in Poste italiane convivono: strutture nazionali, regionali e provinciali delle organizzazioni sindacali, le RSU, le RSA, le RLS, i comitati paritetici e gli organismi partecipativi, tutti con corrispondenti livelli di interlocuzione aziendale. In altri termini, un sistema di relazioni sindacali complesso e articolato con ampie aree di autonomia territoriale che, a meno di voler riscrivere il C.C.N.L., non prevede imposizioni dall’alto o di essere regolato come se fosse univoco.

 Così come singolare risulta la posizione di due delle 4 OO.SS. proponenti il ricorso (Uil Post e UGL) che, vantandosi del fatto di far parte della cosiddetta "maggioranza", dimenticano di essere prive di qualsiasi forma di rappresentanza sindacale eletta (RSU).

 Pretendere, dunque, a tutte le latitudini aziendali di replicare fedelmente i comportamenti assunti al centro, manifestando, contemporaneamente, l’impegno a trasferire sempre più autonomia e poteri decisionali verso i posti di lavoro, è contraddittorio, ingannevole, ma soprattutto mortifica la libertà di espressione ed il buon senso.

 Nel frattempo, senza tavoli di confronto, l’azienda ha già provveduto a dare il via all’ennesima riorganizzazione di mercato privati, impattando su orari, procedure e dotazioni organiche degli uffici e si parla già di una nuova riorganizzazione di servizi postali. Ci sono poi tutti gli altri argomenti, non meno urgenti, che da mesi sono rimasti in sospeso: la necessità di definire, dopo l’avvenuta erogazione dell’anticipo, l’accordo sul PDR; la verifica

Insomma, ci sarebbe da lavorare e loro continuano a trastullarsi.

 La Segreteria Nazionale SLC CGIL

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