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Il giorno 23 aprile si è svolto l’incontro con la dirigenza della società Telepost riguardo il rinnovo del contratto commerciale con Telecom Italia e gli annunciati trasferimenti su Roma del personale delle sedi chiuse.
Dopo i ripetuti rinvii dei trasferimenti, rinvii chiesti a forza dal sindacato, oggi l’azienda ha dichiarato la propria indisponibilità ad un ulteriore differimento. Tale richiesta era finalizzata alla ricerca di una soluzione che evitasse un atto che mette questi lavoratori dinanzi ad una scelta che non è una scelta ma, nei fatti, una forzatura.
Si tratta di un ulteriore sfregio in una vicenda, quella della cessione del ramo dei servizi postali di Telecom, indecorosa. Questo nonostante la dichiarazione che Telecom ha fornito alle Segreterie Nazionali, non più tardi di un mese fa, circa la rassicurazione che i massimi dirigenti Telepost avrebbero dato, in sede di rinnovo di contratto di servizio, sulla volontà di non procedere allo spostamento del personale a Roma, mantenendolo nelle città di appartenenza.
A questo punto le Segreterie Nazionali ritengono urgente un chiarimento con Telecom Italia e la dirigenza di Telepost per verificare, da un lato, la veridicità degli impegni dichiarati e, dall’altro, soluzioni che evitino i trasferimenti stessi.
A Telepost chiediamo di verificare soluzioni occupazionali che rispettino la storia professionale dei lavoratori evitandone il trasferimento; a Telecom ribadiamo come non possa in alcun modo considerarsi non più responsabile per una situazione incresciosa generata da una decisione (la cessione di ramo) che i tribunali di questo Paese stanno sancendo definitivamente come illegittima. Nel frattempo le strutture sindacali sono a disposizione dei lavoratori per verificare tutte le strade atte a tutelarli.

Le Segreterie Nazionali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil

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