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Nella giornata di ieri, gli organismi amministrativi del Fasi Rai hanno pubblicato le nuove condizioni della polizza sanitaria per il 2024, a seguito del rinnovo dell’accordo con Unisalute, che comporterà i costi specificati nella tabella seguente:

Il nuovo accordo prevede il mantenimento di tutte le prestazioni e le garanzie attuali, accompagnato però da un aumento dei premi annuali della polizza dipendenti e contrattisti, causato dallo sbilanciamento nell’andamento del rapporto sinistri/premi, e dal più generale aumento dei costi assicurativi.

Vista l’indisponibilità di Rai a farsi carico di tutto l’aumento dei costi, una parte consistente ricadrà sulle lavoratrici e i lavoratori, con questi numeri:
• Il contributo aziendale, a fronte dello stanziamento di RAI pari a 1.500.000 di euro, passa dagli attuali 766 euro per associato a 956 euro.
• Il premio annuo per dipendente passa dagli attuali 1.107 euro a 1.545 euro annui (+438 euro).
• Il premio annuo per il coniuge da 355,55 euro a 496,00 euro (+140,45 euro)
• Il premio annuo per ogni figlio da 217 euro annui a 303 euro (+86 euro).
• Rimane invece invariato il costo di 9 euro annui a carico del dipendente per la polizza base.

A fronte del cambiamento delle condizioni, chi non volesse mantenere la propria adesione per l’anno 2024 dovrà darne formale disdetta entro e non oltre il 5 gennaio p.v., attraverso il modulo di Recesso presente sul sito del Fasi Rai, all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. In caso contrario, l’adesione si intenderà rinnovata automaticamente per l’anno 2024.

Queste sono quindi le condizioni che si sono riuscite a strappare per salvare la polizza. A questo punto però, non possiamo esimerci da alcune riflessioni, visto che alcune cose, nella gestione di questa delicata partita, hanno funzionato e altre no.

COSA HA FUNZIONATO
L’obiettivo principale di tutti era il salvataggio della polizza, possibilmente salvaguardando il livello e la qualità delle prestazioni, e tale obiettivo è stato raggiunto. Privare le lavoratrici e i lavoratori Rai di un bene prezioso come la polizza sarebbe stato un errore imperdonabile. Per questo bene hanno fatto il CdA e le parti istitutive a fare di tutto perché si salvaguardasse la polizza sanitaria. Non ci sfugge che questo significherà un aumento a carico delle lavoratrici e dei lavoratori (circa 750 euro annui per una famiglia di 4 persone), ma questo non brillante risultato è dovuto esclusivamente alla decisione di Rai di non volersi fare carico dell’intero aumento dei costi. Stanziare solo 1.500.000 di euro, a fronte di un aumento dei costi superiore a 4.000.000 di euro, ha comportato in automatico di scaricare sulle lavoratrici e i lavoratori l’aumento complessivo, che significherà un maggiore esborso economico mensile per una famiglia di 4 persone pari a circa 60 euro al mese. Una scelta sbagliata, che Slc-Cgil e le altre organizzazioni sindacali hanno fortemente criticato, e di cui Rai dovrà tenere conto in sede di rinnovo di CCL.

COSA NON HA FUNZIONATO
In questa complicata vicenda, alcune cose non hanno funzionato, e non possiamo e non vogliamo evitare di sottolinearlo.
Ci riferiamo in particolare alla scelta di ricorrere al Broker AON, presa a maggioranza contro il volere del rappresentante di Slc-Cgil (Fistel-Cisl non era già più presente in CdA).
Questa scelta ha comportato un aumento dei costi, zero benefici in termini di risparmio, e una seria ipoteca del futuro, vediamo in che modo:
• Un aumento dei costi, perché, sebbene indirettamente, il circa 5% di costi a carico di Unisalute che andranno al Broker AON saranno scaricati sui premi a carico degli associati. Sarebbe ingenuo pensare che AON svolga il proprio compito di intermediazione gratuitamente, e ancora più ingenuo credere che Unisalute non faccia ricadere sugli associati questo costo con l’aumento dei premi, come peraltro ha già fatto.
• Zero benefici, perché il broker nella sua breve apparizione non ha fatto altro che confermare quanto aveva già espresso il consulente del Fasi, non aggiungendo o togliendo nulla alla richiesta di aumento da parte di Unisalute, che è quella che è stata poi accolta. Uno sforzo molto ridotto, a fronte di un compenso che, se fossero confermate le notizie informali in nostro possesso, sarebbe piuttosto sostanzioso in rapporto all’impegno profuso.
• Una ipoteca per il futuro, visto che, da quello che emergerebbe dal contratto fra il Fasi Rai e AON, (contratto che ancora non si conosce nei dettagli), quest’ultima, in quanto intermediario, diventerebbe l’interlocutore unico con Unisalute, escludendo quindi il CdA del Fasi. Questo non avrebbe più alcun titolo a interloquire con Unisalute, con tutto quello che questo potrebbe comportare in termini di sostenibilità futura della polizza sanitaria, sia in ambito costi, che in quello delle prestazioni.

Alla luce di quanto sopra specificato, Slc-Cgil continua a considerare sbagliata la decisione di Rai, che ha giocato un ruolo centrale nella scelta del Broker AON. Una scelta che abbiamo stigmatizzato e che, se le condizioni contrattuali lo dovessero permettere (lo ripetiamo per l’ennesima volta, non si conoscono ancora i dettagli del contratto con il broker AON), dovrà essere subito revocata, togliendo il mandato ad AON.
Senza quel 5% che sembrerebbe essere il costo di brokeraggio, l’aumento a carico degli associati sarebbe stato meno pesante, e, soprattutto, si sarebbe evitato che il Broker, per il futuro, si preseti come l’unica controparte di Unisalute.
Ci riserveremo, conosciuti i dettagli del contratto con il broker, di agire di conseguenza per tentare di ridurre il peso degli aumenti a carico degli associati.

Per il futuro, pensiamo inoltre che si debbano fare degli interventi oculati, per garantire la sostenibilità della polizza, onde evitare che alla fine di ogni anno ci si debba confrontare con le richieste di aumento delle compagnie assicurative o con le dinamiche di prezzi sempre più fuori controllo.

Noi pensiamo che si debbano ricalibrare un certo numero di prestazioni alla luce dei rinnovati bisogni, tenendo conto che la polizza dovrà sempre più sostenere le esigenze delle fasce più deboli dei lavoratori Rai, ossia gli attivi, in particolare quelli assunti dopo il 1995.

Essendo diventata la polizza, un elemento sempre più centrale nel welfare Rai, questa dovrà assumere anche un ruolo altrettanto importante nell’ambito dei percorsi contrattuali. Ogni somma stanziata per contratto sulla polizza, dovrà avere infatti la giusta riconoscibilità e visibilità, perché ogni euro stanziato da RAI per il welfare, oltre ad essere un beneficio per le lavoratrici e i lavoratori, è anche il frutto della contrattazione fra azienda e sindacato, e come tale dovrà essere riconosciuto.

Per ultimo, anche alla luce di quanto avvenuto, pensiamo che si debba aprire un nuovo ciclo nella gestione del Fasi Rai, che parta dall’azzeramento degli attuali assetti, per arrivare a una nuova gestione più efficace e performante di questo delicato comparto delle relazioni sindacali.

Roma, 29 dicembre 2023

La Segreteria Nazionale
SLC-CGIL

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