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RISULTATO DELLE ELEZIONI
Roma, 18 marzo - Con oltre il 30% delle preferenze, pari a 3.159 voti, Slc Cgil vince le elezioni Rsu in Tim ed è dunque primo sindacato.

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Lunedì 17 e martedì 18 marzo si terranno le elezioni per il rinnovo delle RSU in Tim. Ecco le priorità delle candidate e candidati Slc-Cgil:

CERTEZZE SUL FUTURO
Il settore delle Telecomunicazioni attraversa una crisi profonda e prolungata, frutto di scelte politiche e manageriali miopi, prive di una visione industriale solida. La separazione tra rete e servizi, presentata come soluzione risolutiva dal management con l'avallo del governo, sta invece rivelando tutte le sue criticità: la divisione tra TIM e FIBERCOP non ha portato benefici concreti a nessuna delle due aziende. Come SLC CGIL, avevamo ragione a contrastare questa scelta. Tuttavia, il riconoscimento dell'errore non basta: è necessario intervenire con misure concrete.
Il governo e il management, alla luce del continuo rimescolamento nel settore delle TLC, non devono escludere il sindacato dalle decisioni, evitando scelte che possano aggravare i problemi occupazionali. TIM deve tornare a essere un'azienda di sistema, contribuendo al consolidamento del mercato con un approccio industriale basato sugli investimenti, anziché su operazioni speculative. Deve diventare un fulcro per la generazione di valore nel Paese, garantendo la connettività come servizio universale e diritto di cittadinanza.
La tutela occupazionale deve essere al centro di ogni strategia aziendale. Qualsiasi progetto di ulteriore frammentazione societaria, che porterebbe allo smantellamento definitivo dell'ex monopolista, va contrastato con determinazione. Il governo, che ha già commesso l'errore di avallare la separazione tra rete e servizi, ha il dovere di impedire che ulteriori operazioni di societarizzazione mettano a rischio i posti di lavoro.

INVESTIRE NELLA FORMAZIONE
In un mercato in continua evoluzione, dove beni e servizi cambiano rapidamente e le competenze diventano obsolete in tempi sempre più brevi, la formazione deve essere un diritto garantito a tutti i lavoratori. Non è solo un'opportunità, ma un investimento strategico per il futuro dell'occupazione.
Troppo spesso le aziende utilizzano la formazione come semplice leva per ridurre il costo del lavoro, senza curarsi della qualità e della pertinenza dei contenuti formativi rispetto alle reali sfide del mercato e della tecnologia. La formazione deve invece diventare uno strumento essenziale per garantire continuità occupazionale, migliorando le competenze e adattandole alle nuove richieste del settore. In particolare, in aziende come TIM, è imprescindibile un piano di formazione mirato alla riconversione professionale di quei ruoli che stanno diventando obsoleti a causa della digitalizzazione.

LAVORO AGILE STRUTTURALE
Il lavoro agile è ormai una componente imprescindibile dell'organizzazione del lavoro. Cinque anni di sperimentazione hanno dimostrato che le esigenze tecnico-organizzative e produttive delle aziende possono conciliarsi con il miglioramento della qualità della vita delle persone. L'alternanza tra lavoro in sede e lavoro da remoto è diventata una prassi consolidata: è giunto il momento di superare la fase sperimentale e arrivare a un accordo strutturale e definitivo.
L'azienda deve smettere di usare lo smart working come strumento di ricatto, cercando di scambiarlo con diritti o salario: non lo permetteremo. Il lavoro agile deve diventare una componente stabile e strutturale dell'organizzazione aziendale, una normalità. Gli studi scientifici confermano che un'equilibrata alternanza tra lavoro in sede e da remoto, accompagnata da una flessibilità adeguata, migliora la produttività e il benessere dei lavoratori.

CRESCITA PROFESSIONALE
In TIM persiste un grave squilibrio inquadramentale. Grazie a diversi accordi sindacali siglati negli anni, molti lavoratori hanno ottenuto il giusto riconoscimento in base alle competenze acquisite e all'esperienza maturata. Tuttavia, c'è ancora molta strada da fare.
È necessario un ulteriore impegno per garantire equità nelle progressioni di carriera e valorizzare le professionalità interne. La crescita professionale deve essere un diritto garantito a tutti, basato su criteri trasparenti e meritocratici, per assicurare un futuro solido ai lavoratori del settore.

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