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Produzione culturale

Il giorno 15 dicembre 2014, alle ore 10,30, presso la sala al primo piano della Fnsi, a Roma in corso Vittorio Emanuele II 349, si terrà una conferenza stampa indetta dalle Organizzazioni Sindacali Nazionali in merito al tema: "Dall'Emergenza al Progetto nell'Arte Musicale".

In particolare su:

  • situazione del Settore delle Fondazioni Lirico Sinfoniche a fronte della Legge 106/2014 e relative applicazioni (previdenza, ricollocazione dei lavoratori, ecc);
  • mobilitazione nazionale per la validazione del Contratto Nazionale di Lavoro sottoscritto il 16 aprile u.s..

SLC-CGIL     FISTeL-CISL  UILCOM-UIL FIALS-CISAL

 

 

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Lettera delle segreterie nazionali di SLC CGIL, FISTEL CISL, FIALS CISAL.

Nonostante gli impegni verbali e formali assunti in più sedi da diversi responsabili istituzionali delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, il Ministero dei beni e delle attività culturali continua di fatto a rifiutare un concreto confronto di merito sulle reali cause della crisi del Settore, non attivando Tavoli specifici e Tavoli interministeriali così come da tempo sollecitati pure dalle Parti sociali.
Tali confronti, già previsti anche da atti parlamentari e provvedimenti legislativi, si rendono sempre più necessari e indispensabili per una proficua riforma di Sistema che possa garantire i livelli di eccellenza culturale che i nostri Teatri di produzione lirico‐coreutica rappresentano in Italia e nel mondo.
E’ del tutto palese, e i fatti lo stanno a dimostrare, come negli anni la Direzione Generare dello Spettacolo dal Vivo non abbia operato nel ricercare soluzioni condivise ed efficaci per la tutela dell’Arte musicale italiana ma, al contrario, sia stata talvolta concausa dell’aggravarsi di molti problemi irrisolti, rifiutando e spesso ostacolando concreti tavoli di confronto e favorendo ripetuti fallimentari commissariamenti in diverse Fondazioni.
Il Direttore Generale stesso è mancato nell’ottemperare ad alcuni suoi fondamentali compiti che le normative vigenti gli conferivano. Ad esempio: per anni ha colpevolmente omesso di dare seguito a concrete azioni per ottimizzare e razionalizzare l’impiego delle risorse, cosi come espressamente previsto dal Decreto del 28 febbraio 2006 del Ministro per i beni e le attività culturali (Disposizioni in materia di coordinamento delle Fondazioni Lirico‐Sinfoniche ‐ G.U. N,73/2006‐), che demanda proprio direttamente a Lui specifici compiti (tra i quali rientra l’attivazione della fondamentale Conferenza dei Sovrintendenti tutt’ora inesistente) e le altre diverse azioni proprio finalizzate a razionalizzare e ottimizzare i costi su voci di spesa relative alla produzione e allestimento degli spettacoli.
Addirittura, la citata normativa del 2006 (art. 1 comma 2) è stata beffardamente sostanzialmente riciclata nella L.112‐2013 (art 11. comma 18) “spacciandola” come un dato innovativo, per far apparire al Legislatore volontà ministeriali di controllo e rigore che invece i fatti hanno dimostrato e dimostrano essere del tutto inesistenti.
Si continua a fare impropriamente strumentale propaganda disinformativa, volendo far credere che i problemi delle Fondazioni Lirico Sinfoniche siano da imputare unicamente ai lavoratori e al costo del lavoro. Si omette invece di evidenziare che le reali cause della non tenuta complessiva del Sistema sono in buona parte strettamente legate ad incapacità ed incompetenza gestionale, e a volontà precise di non reale controllo verso chi opera senza trasparenza e correttezza.
Come da noi in più occasioni evidenziato, l’entità del debito complessivo delle Fondazioni Lirico Sinfoniche non è solo dovuto ad una mancata previsione preventiva di finanziamenti pluriennali certi ed ai ripetuti improvvisi (e non programmati) tagli del FUS e delle risorse decentrate, ma è in buona parte da imputare anche a: inadeguatezza di molte Dirigenze gestionali (Sovrintendenti, Direttori Artistici ecc) nel non essere capaci di organizzare le attività di Produzione artistica in modo tale da utilizzare e ottimizzare al meglio il potenziale offerto dai luoghi e dalle risorse umane a loro disposizione; costi di produzione sovente esagerati legati anche a scelte di costosissimi fallimentari allestimenti non adeguatamente utilizzati (talvolta distrutti dopo poche recite); una non oculata politica degli appalti spesso ingiustificatamente troppo costosi (per far realizzare scene e costumi, per molteplici servizi, ecc) a discapito della più economica produttività interna; una scarsa attenzione nell’utilizzo equilibrato e organico del repertorio di ciascun Teatro; una colpevole sottovalutazione delle possibili ottimizzazioni realizzabili con coproduzioni coordinate e di scambio tra le Fondazioni; inappropriate operazioni finanziare con le banche comportanti il pagamento di ingiustificati interessi crescenti che in alcuni casi hanno assunto addirittura caratteri anatocistici e ai limiti dell'usura; debordanti ingerenze di agenzie ed impresari legati anche allo star‐system; assenza di politiche ministeriali coerenti e a tutela del valore culturale e della qualità produttiva delle Fondazioni Lirico Sinfoniche.
Si è assistito addirittura a tentativi devastanti di “esternalizzazione” dei Complessi artistici che avrebbero sicuramente compromesso la qualità produttiva e l’eccellenza universalmente riconosciuta alla produzione musicale italiana (eclatante il dissennato caso creato dal Sovrintendete del Teatro della Capitale che ne ha ridicolizzato e declassato il prestigio culturale). Il valore essenziale per il raggiungimento di una capacità produttiva di eccellenza nei centri di produzione culturale è rappresentato dal costante lavoro di insieme e in osmosi del personale artistico e tecnico che deve necessariamente e imprescindibilmente essere stabile.
A fronte di queste articolate evidenti problematiche dov’è stato l’intervento del Direttore Generale dello Spettacolo che deve per ruolo tutelare gli interessi della cultura italiana ed impedire che un sistema finanziato da denari pubblici possa alimentare interessi esterni contribuendo al progressivo deterioramento e conseguente smantellamento della produzione culturale lirico‐coreutica italiana?
Pertanto siamo a stigmatizzare al Ministro e alle Commissioni parlamentari di competenza, la urgente necessità di interventi mirati e finalizzati a rimuovere le condizioni e situazioni ostative che nei fatti continuano ad impedire la tutela del patrimonio della produzione culturale italiana ma favoriscono invece interessi altri.
Si chiede al Ministro e alle Commissioni in indirizzo la conferma dell'interesse e dell’investimento pubblico a salvaguardia del Sistema di produzione musicale‐coreutico nazionale, stabilendo pure chiare regole di responsabilità gestionale. Si sollecita altresì l’attivazione di tavoli specifici includenti tutte le Parti sociali, anche di natura interministeriale, che affrontino con competenza e serietà le concrete problematiche evidenziate.

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Si pubblica la memoria sugli interventi effettuati dalle OO.SS. in merito all'audizione tenuta presso la VII Commissione Senato, mercoledì 22 ottobre sulle Fondazioni Lirico Sinfoniche.

Al Presidente VII Comm. Istruzione Pubblica,
Beni Culturali, Ricerca Scientifica, Spettacolo e
Sport ‐ Senato della Repubblica
On. A. Marcucci

E p.c. VII Comm. Istruzione Pubblica, Beni Culturali,
Ricerca Scientifica, Spettacolo e Sport ‐ Senato
della Repubblica

Nel 2010, durante l'iter parlamentare di conversione del Decreto Legislativo n.64, fu assunta una posizione importante nei lavori al Senato che, "trasversalmente" agli schieramenti politici (maggioranza‐minoranza parlamentare), apportando correttivi a un modello produttivoorganizzativo previsto dal provvedimento legislativo, abrogando articolati della Legge 800, introduceva un meccanismo elettivo fra le 14 Fondazioni identificandone alcune di natura Speciale, altre declassandole a Teatri di Tradizione.
Oggi, nei fatti e in spregio alle leggi succedutesi per il Settore (L100‐L.112‐L.106), con l'avallo del Ministro Franceschini si sta forzando, con gli accadimenti dell'Opera di Roma (licenziando i corpi artistici di coro e orchestra ), a riproporre un modello produttivo‐organizzativo tipico di un Teatro di Tradizione legato ai Festival e agli eventi che, certo, è un offerta culturale importante però di natura non continuativa e non può essere assolutamente paragonato alla funzione e alla mission culturale delle FLS.
Sarebbe opportuno, anche in prospettiva di una vera Legge di riforma complessiva, ripartire dai capisaldi della L 800 sull'arte musicale che i legislatori avevano compiutamente articolato per l'insieme del Settore definendo i centri di produzione e quelli di circuitazione.
Tralasciando il fatto, che non sarebbe secondario, che queste attività, come la drammaturgia, la prosa e il cinema d'autore, siano definitivamente considerate attività culturali immateriali costituzionalmente protette, integrative e per alcuni versi suppletive, con valenza pedagogica, del Sistema Formativo del Paese (che noi sosteniamo in modo inqualificabile e risibile con lo 0,16 % del bilancio dello Stato) si fa presente che tutti i Teatri di Tradizione (Regio di Parma ecc) che si avvalgono in modo "spurio" di professionalità di natura artistica non direttamente subordinata per le rappresentazioni, registrano "voragini" debitorie non imputabili al solo costo del lavoro ma come per tutti i teatri, soprattutto agli alti costi delle scenografie in appalto spesso non utilizzate in seguito da altri Teatri, modello questo perseguito da tutte le governace Aziendali.
Sono inoltre permeabili a scorrerie di "personaggi" che con danaro pubblico fanno business con le Agenzie Nazionali e Internazionali degli artisti così come si vorrebbe fare in modo più appetibile nelle FLS.
La L 100 e la L112 prevedevano che nella fase di riassetto e di ristrutturazione fossero bloccate le assunzioni; la L 106 prevede attualmente la riduzione degli organici (posti in trasferimentomobilità in ALES) e assunzioni a Tempo Determinato; ne consegue che avremo rapporti di lavoro a tempo indeterminato che cesseranno l'attività perché esuberi (pur riallocati secondo il dettame legislativo) e contratti a tempo determinato che appunto sostituiranno le professionalità definite in esubero nei piani di risanamento industriali.
Un risultato eccezionale per un governo che vuole da una parte combattere la precarizzazione attraverso la totale decontribuzione per tre anni e dall’altra si ritrova a finanziare per legge una operazione di precarizzazione della forza lavoro.
A tutt'oggi non si vuole comprendere che in settori del tutto particolari come i nostri dove prodotto e produttore sono coincidenti, la qualità produttiva è anche determinata dalla stabilità occupazionale e che gli ambiti lavorativi come le FLS sono un "crogiuolo" formativo in cui nascono le eccellenze tecnico‐artistiche che ci danno prestigio in tutto il mondo.
Medesimo ragionamento vale per la condivisibile opposizione ripetutamente avanzata dal Premier Renzi e dal Governo sulla necessità di ridurre il numero dei Contratti Nazionali a garanzia e tutela dei lavoratori e noi ci ritroviamo (unici in Italia) una Legge, la 106, che interviene "spacchettando" il Contratto Collettivo Nazionale, prevedendo, oltre ai parametri per la definizione delle FLS Speciali, contratti, per le medesime, aziendali unici, determinando nei fatti una pluralità di contratti difformi, anche valevoli per singole Fondazioni, con l'unico obiettivo di destrutturare un Contratto Nazionale firmato dalle parti sociali il 16 aprile u.s., messo in un percorso di validazione e "scomparso" nei palazzi delle Istituzioni, pur prevedendo al suo interno, interventi tesi ad una ottimizzazione dei modelli organizzativi attraverso istituti che incidono notevolmente sul contenimento dei costi di produzione.
Ora si vuole palesemente, attraverso gli accadimenti romani, determinare in modo illegittimo percorsi fuori da qualsiasi coordinata legislativa (ricordiamo per chiarezza che nei piani di risanamento industriali delle FLS in sofferenza ed entrati nel meccanismo della L 112 non sono previsti assolutamente licenziamenti di nessun genere , anche se a tutt'oggi né il Ministro né il Commissario Straordinario Pinelli siano stati in grado di, (come da noi richiesto ripetutamente) strutturare riunioni serie per spiegarci cosa sia la rete protettiva identificata per la messa in equilibrio delle Fondazioni definita ALES); per noi infatti l’intervento di Roma, è solamente finalizzato a svuotare di competenze artistiche un prestigioso Teatro come l'Opera di Roma di una parte produttiva stabile, per impostare un teatro legato ad eventi e festival del tutto improntato al business di un'arte musicale "meticciata".
Onorevoli Senatori, vi chiediamo di essere al nostro fianco in questa battaglia perché è tesa a difesa dei principi Costituzionali, della qualità occupazionale, e produttiva a cui il Sistema Paese non può rinunciare.
Il Settore della Produzione Culturale, dei Beni e del Turismo Culturale, oltre che sviluppare un dato identitario risponde a un diritto civico di cittadinanza e nella globalizzazione rappresenta anche, per il nostro Paese, per la sua storia e la sua genesi, tanta buona e durevole economia.

LE SEGRETERIE NAZIONALI SLC‐CGIL FISTeL‐CISL UILCOM‐UIL FIALS‐CISAL

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Il prossimo 10 novembre si terrà a Roma una manifestazione unitaria nazionale a sostegno e difesa dei lavoratori del teatro dell’Opera di Roma e di tutte le Fondazioni liriche e della musica in generale.

  • Contro lo smantellamento del sistema di produzione culturale italiano
  • Per il rispetto della legalità nelle fondazioni lirico sinfoniche e la revoca della procedura dei licenziamenti all'opera di roma
  • Per la tenuta e il rilancio del settore dell'arte musicale a partire dall'incremento del fondo unico per lo spettacolo
  • Per una riforma di sistema dello spettacolo dal vivo in raccordo con la riforma istituzionale
  • Validazione del contratto collettivo nazionale
    SARANNO PRESENTI:
  • VII Commissione Camera / Senato: Sen. Corradino Mineo , PD - Sen. Alessia Petraglia, SEL - Sen. Michela Montevecchi, M5S
  • Sindaci Presidenti - Sovrintendenti: Francesco Ernani (Sovrintendente Comunale di Bologna); Maurizio Roi (Sovrintendente Carlo Felice di Genova); Francesco Giambrone (Sovrintendente Massimo di Palermo);
  • Walter Vergnano, Presidente ANFOLS;
  • Sen. Vincenzo Vita;
  • Sindacato Europeo: Benoit Machuel, Segretario Generale FIM (Federazione Internazionale Musicisti);
  • Musicisti e tecnici delle 14 fondazioni lirico sinfoniche italiane
  • Segretari Generali SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL, FIALS CISAL
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Si pubblica il verbale d'accordo su rinnovo contratto di secondo livello, pensionamenti sottoscritto con la Fondazione lirico sinfonica Carlo Felice.

Scarica il documento: VERBALE DI ACCORDO CON OO SS

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