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Produzione culturale

Si allega ordine del giorno della manifestazione in programma all'Auditorium Parco della Musica di Roma.

OdG MANIF 10 GIUGNO 2013

 

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Fondazioni lirico-sinfoniche: manifestazione unitaria 10 giugno a Roma

 

NO  ALLA CANCELLAZIONE DELLA PRODUZIONE ITALIANA

DELLE OPERE DI BALLETTO

NO ALLA DISMISSIONE DELLE FONDAZIONI LIRICO SINFONICHE

Manifestazione nazionale dei lavoratori delle Fondazioni lirico-sinfoniche

Roma, lunedì 10 giugno 2013, ore 11

Accademia di Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica, viale Pietro De Coubertin 10

Lunedì 10 giugno si terrà a Roma dalle ore 11, presso l'Accademia di Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica, viale Pietro De Coubertin 10, l'attivo-manifestazione di tutte le Fondazioni Lirico Sinfoniche, per illustrare alle Istituzioni, alle forze politico-parlamentari e alle parti datoriali le posizioni e le proposte sindacali unitarie nel merito delle problematiche settoriali.

Al centro della discussione lo stato di crisi e riforme strutturali del settore; lo schema di Decreto attuativo Legge 100/10; il  Contratto Nazionale e iter procedurale legislativo.

Saranno invitati a portare contributi fattivi e percorsi conseguenti il Ministro, i Sottosegretari, il Capo di Gabinetto del Dicastero, i parlamentari componenti la VII Commissione Cultura Camera e Senato, l'Anci, il Coordinamento delle Regioni, i Sovrintendenti e i Sindaci Presidenti delle Fondazioni Lirico Sinfoniche.

 

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A fronte dello stato di agitazione proclamato dai Sindacati del Teatro Carlo Felice di Genova in data 27 marzo
2013, causato dall'unilaterale decisione del C d A di quella Fondazione di portare un altro duro attacco alle
retribuzioni dei suoi lavoratori mediante l'ennesima radicale riduzione alla voce "costo del lavoro" dal proprio
bilancio, corre l'obbligo precisare quanto segue:
- ancora una volta la direzione del Carlo Felice di Genova si è voluta apoditticamente arrogare la decisione di
assumere un provvedimento di estrema gravità, e che rischia di incidere pesantemente sull'entità degli
emolumenti dei lavoratori, senza sentire neanche la necessità di aprire preventivamente un tavolo di
confronto serio con le OOSS;
- solo due anni fa parte delle stesse OOSS, con la sottoscrizione del cosiddetto "contratto di solidarieta'" si
erano rese disponibili a regalare al teatro ben 9 milioni di euro finalizzati all'individuazione di un serio e
credibile progetto teso al risanamento della situazione economico-finanziaria del Teatro ed al suo rilancio
artistico e culturale;
- la situazione in cui versa oggi il Teatro, a distanza di due anni da quella sofferta decisione, dimostra
ineludibilmente l'inadeguatezza dell'attuale dirigenza, l'avvenuta inutile dilapidazione di tutte le risorse
faticosamente messe a loro disposizione dai lavoratori ed il suo conclamato fallimento gestionale
rappresentato dalla più totale incapacità di sviluppare concrete ed efficaci strategie aziendali.
Quanto sopra pone sicuramente fine al lungo periodo di tregua sindacale realizzata al Teatro Carlo Felice di
Genova ed estende a tutto il settore dello spettacolo tali problematiche e le conseguenti preoccupazioni.
Ribadito che lo stato di crisi dell'economia nazionale e le attuali difficoltà anche di altre Fondazioni, quali ad
esempio quelle di Firenze, Cagliari e Palermo (e senza sottacere quelle che al momento attanagliano anche i punti
di eccellenza rappresentati dalla Scala e da S. Cecilia), non possono essere prese a scusante ed usate come alibi
per l'inefficacia e l'inefficienza dimostrate dalla dirigenza genovese, i lavoratori del Carlo Felice ed i sindacati tutti
chiedono oggi conto ai gestori dei Teatri lirico sinfonici italiani:
- che fine hanno fatto le risorse finalizzate al risanamento economico gestionale estorte in questi anni ai
lavoratori dei loro teatri?;
- quali programmi e quali strategie sono stati in grado di individuare ed adottare per garantire la vita, lo
sviluppo ed il rilancio artistico delle prestigiose Istituzioni a loro affidate?;
- quali specifiche competenze sono stati in grado di dimostrare per la soluzione dei problemi per i quali sono
profumatamente retribuiti?;
- chi rappresenta oggi l'ANFOLS? (La sensazione è che attualmente faccia fatica a rappresentare anche quei
singoli Teatri di cui i vari sovrintendenti, che di volta in volta si alternano al tavolo delle trattative, sono legali
responsabili e punti di riferimento);
- Dov'è il rispetto degli impegni, da definire nel rinnovo del CCNL, firmati il 27 luglio 2012 all'esimia presenza
del Direttore Generale dello Spettacolo Dr. Nastasi?
Per tutto questo tempo le OOSS hanno fermamente mantenuto l'impegno di un faticoso rinnovo contrattuale,
impostato da un indirizzo ministeriale di dubbia legittimità che si faceva principalmente carico delle "false
esigenze" poste dai sovrintendenti al tavolo della trattativa, accettando un piano di confronto che spesso li ha
costretti a frenare e responsabilizzare anche le giuste aspettative di un rinnovo contrattuale, atteso dai lavoratori
da oltre sette anni, reso impossibile da veri e propri ricatti legislativi e dall'endemica mancanza di risorse.
La conclusione e la contestuale sottoscrizione della parte" normativa" del contratto, testimonia oggi il grande
senso di responsabilita' e serieta' con cui le OOSS si sono rese partecipi del momento di crisi del settore e ed in
generale del paese.
Era quindi lecito aspettarsi che medesima serieta' e responsabilita' fosse dimostrata dall'ANFOLS e dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali per la risoluzione della conseguente parte economica.
Si renda conto l'ANFOLS che i "processi unilaterali" dei vari sovrintendenti che la compongono, tesi a
destrutturare l'intero CCNL, offendono non solo le OOSS ma i lavoratori tutti, che pure hanno sempre accettato i
sacrifici resi necessari per il risanamento dei teatri (e che contestualmente hanno visto vanificati dall'incapacità
delle dirigenze), "inevitabilmente" espandono il problema del Carlo Felice a tutta la Nazione.
Nel ricordare l'assunzione dell'impegno comune preso dalle OOSS, dall'ANFOLS e dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali di ricercare le risorse necessarie per definire compiutamente il rinnovo contrattuale in oggetto e
per garantire le indispensabili prospettive future del Settore, si ribadisce la richiesta dell'apertura di un tavolo
interministeriale atto ad affrontare l'intera problematica del settore e si conferma che le OOSS Nazionali fanno
proprio lo stato di agitazione proclamato dalla struttura genovese e, estendendolo all'intero territorio nazionale, si
riservano ogni forma di rivendicazione e di lotta.
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Nella giornata di ieri il Commissario Straordinario della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Francesco Bianchi, ha illustrato, ai rappresentanti aziendali e territoriali dei dipendenti, il suo Piano di Risanamento per la Fondazione. Questo dopo che i lavoratori, nel corso di meno di due anni, si sono fatti carico di importanti sacrifici quali:

il conferimento di una parte del loro Tfr, un ciclo di Cassa integrazione in deroga,  38 esodi (con incentivo) all’interno di una procedura di mobilità e di un ulteriore contratto di solidarietà; sacrifici che hanno portato risparmi per diversi milioni di euro e che si sommano  ai disagi dovuti ai continui ritardi nell'erogazione delle spettanze loro dovute. Il tutto sempre a fronte di prospettate soluzioni definitive e risolutive dei problemi del Teatro.

Su 19,5 milioni di euro di costo del personale a tempo indeterminato, individuato alla data odierna  in 352 unità più 44 derivanti da vertenze di stabilizzazione in corso, il Commissario ritiene di dover tagliare 4,5 milioni di euro aprendo una ulteriore procedura di licenziamenti collettivi per 119 dipendenti (75 unità stabili e 44 vertenze di stabilizzazione che vedono la Fondazione perdente ad ammissione del Commissario stesso) con la chiusura del corpo di ballo, del cantiere scenografico, della biglietteria e della portineria del Teatro.

 

Le scriventi Organizzazioni sindacali ritengono che, oltre alla insostenibilità sociale, tale piano manifesta un evidente attacco a uno dei cardini fondamentali che caratterizzano l’eccellenza della  produzione lirica e coreutica nazionale rappresentato dal nostro modello produttivo che ne uscirebbe totalmente destrutturato. Per questi motivi la vicenda non può essere relegata a vertenza locale ma deve vedere impegnato  l’intero settore con il pieno coinvolgimento a tutti i livelli delle scriventi OO.SS..

 

In questa ottica, avendo presente il dramma occupazionale che  rischia di determinarsi, tenuto conto delle grave carenza di strumenti specifici ed efficaci di ammortizzatori sociali, ribadito il pericolo di effetto domino che determinerebbe sull’intero settore delle  Fondazioni Lirico-sinfoniche, per la rilevanza nazionale ed internazionale del Maggio Musicale Fiorentino, metteremo in campo ogni azione affinché la discussione di tale vertenza trovi una solida sponda in sede nazionale ad un tavolo di confronto con la presenza del Ministero dello Sviluppo Economico coordinato con il Ministero del Lavoro e  dei Beni e delle attività culturali.

Nelle prossime ore ci attiveremo per presentare specifica richiesta.

 

Le Segreterie Nazionali

             SLC-CGIL            FIStel-CISL            UILCOM-UIL             FIALS-CISAL

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Mobilitazione Nazionale contro la distruzione del sistema di produzione musicale, di lirica e di danza-balletto in Italia

Nonostante il nostro appello al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dei Beni e Attività Culturali e al Presidente della Repubblica, del 19 dicembre u.s., il Consiglio dei Ministri dimissionario ha proceduto all’approvazione preliminare dello schema di decreto concernente il regolamento sull’assetto ordinamentale e organizzativo delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, in palese violazione dell’iter di consultazione previsto dalla stessa legge 100 .
Infatti, malgrado le nostre ripetute richieste, non è stato attivato il tavolo operativo di confronto di tutte le parti interessate che doveva necessariamente precedere la formazione e i contenuti del testo messo in approvazione dal Consiglio dei Ministri.
Ci siamo così ritrovati a provvedimento deliberato a fine anno e il testo approvato dal CdM ci è stato inoltrato solo in data 21 gennaio 2013.
Ribadiamo che le dichiarazioni contenute nel decreto circa l’ avvenuto confronto di merito il 15 novembre u.s. con le OOSS (riassunto nel termine “sentite”) non corrisponde al vero e sono del tutto strumentali: in quella sede non è stato espressa alcuna osservazione o analisi di merito sulla materia ma, al contrario, si era stabilito che si sarebbero effettuati confronti articolati congiunti con tutti i soggetti interessati, con specifici incontri da calendarizzare in un iter di 6 / 7 mesi ( dentro le coordinate politico-istituzionali della imminente nuova Legislatura ) al fine di addivenire ad un testo normativo che potesse tenere conto delle reali problematiche e necessità Settoriali per soluzioni adeguate, a partire dallo stato di profonda crisi che interessa buona parte delle Fondazioni.

 

Era evidente che solo dopo tale corretto percorso si sarebbe proceduto all'approvazione preliminare in modo tale da sottoporre all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e ai deputati organi istituzionali un testo organico frutto dei confronti con i necessari apporti e contributi che ne sarebbero derivati

La pretestuosa urgenza (nei fatti inesistente) per  l’accelerazione del provvedimento per la scadenza dell'esercizio della delega entro il 31 dicembre u.s., era del tutto strumentale, tant’è che in un documento della Conferenza unificata delle Regioni e Province Autonome si contestava che : “…A poche settimane dalla scadenza della delega (31 dicembre 2012) il Ministero ha convocato il Coordinamento tecnico delle Regioni ,insieme ad ANCI e UPI, per illustrare una proposta di regolamento, sviluppata per punti cardine in un documento che, per quanto affermato dai rappresentanti del Ministero, non trova fondamento nel lavoro svolto dal gruppo misto MiBAC/Regioni/ANCI….”.
Il tutto avvalora la volontà di una unilaterale forzatura sia nel merito che nel metodo operata dal Ministero, sottoponendo il provvedimento all’approvazione del dimissionario Consiglio dei Ministri.
Nel merito ribadiamo che l’atto licenziato è contraddittorio rispetto alle disposizioni di legge che lo sovrintendono, incoerente con l’obiettivo primario di riforma per una tenuta e un rilancio delle Fondazioni Lirico Sinfoniche ma coerente ed esplicito circa le finalità destrutturanti e di cancellazione del sistema di produzione culturale musicale, di lirica e di danza-balletto in Italia a partire dal 2005 con la Legge 43 e perpetrata negli anni successivi.
E’ indispensabile congelare e annullare di fatto il regolamento preliminarmente approvato, ed attivare invece confronti congiunti articolati e di merito per esaminare concretamente i reali problemi e costruire così una vera riforma che valorizzi e ottimizzi la produzione culturale delle Fondazioni e non le conduca a una costruita involuzione e decadimento della capacità e qualità produttiva.
Le Segreterie Nazionali hanno da subito attivato la mobilitazione Nazionale (vedasi anche documento unitario del 14/1 u.s.) con coordinamenti, assemblee nei diversi teatri, dichiarando lo stato di agitazione Nazionale e locale del Settore, promuovendo ogni utile iniziativa di sensibilizzazione e lotta a tutti i livelli, comprendente scioperi articolati anche sulle prime e sulle recite degli spettacoli previsti nei cartelloni delle singole Fondazioni; ulteriori iniziative saranno definite ed annunciate nel prossimo Coordinamento Nazionale unitario già calendarizzato per venerdì 25 gennaio p.v. a Firenze dopo l’assemblea che si terrà al Maggio Musicale Fiorentino.
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