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“262 lavoratori che occupano la sede di Accenture a Palermo che voleva procedere alla chiusura vista la disdetta dell’appalto formalizzata di British Telecom; il Consiglio Comunale di Cesano Boscone che si riunisce nella sede del call center di E-Care che ha avviato la procedura per 489 lavoratori; Almaviva che scrive alla regione Sicilia dichiarando oltre 3000 esuberi; Gepin a Casavatore, Napoli, che persa la commessa di Poste licenzierà oltre 200 persone. Questi sono solo alcuni numeri della tragedia che stanno vivendo i lavoratori dei call center.” Così dichiara Michele Azzola,, segretario nazionale Slc Cgil in vista dello sciopero nazionale di dopodomani venerdì 21.

Venerdì 21 si terrà lo sciopero nazionale del settore con la Notte Bianca, che si terrà a piazza del Popolo a Roma, in cui si alterneranno momenti di musica, cultura e dibattito di personalità che a vario titolo offriranno la loro solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici, spesso ragazzi che hanno avuto come unica opportunità lavorativa quella offerta dai call center e che svolgono quel lavoro con dignità e professionalità.

“La crisi dei call center ha una peculiarità tutta italiana – prosegue il sindacalista - nel resto dei Paesi Europei non si riscontrano fenomeni analoghi, ed è dettata dal fatto che non si è proceduto, come previsto da una direttiva europea, a normare il caso di successione/cambio di appalto con tutele occupazionali. Questo determina anche una spesa sociale elevatissima, oltre 480 milioni nel triennio 2012 – 2014, sottratti ai servizi ai cittadini che finanziano con le tasse, e che in realtà si tramutano in contributi a società commettenti che fanno utili impressionanti.”

Azzola rivolge un appello al presidente del Consiglio, al Governo e a tutte le forze Politiche: “Date una risposta a questi lavoratori, non ammazzate per la seconda volta i loro sogni, non toglietegli l’unico lavoro che questo Paese gli ha offerto, non rimettiamo in mano al nulla, o peggio alla criminalità, decine di migliaia di lavoratori occupati nelle regioni del sud.”

“Cambiare si può – conclude Azzola. Lo si può fare anche spendendo meglio le risorse pubbliche e garantendo lo sviluppo di un modello industriale basato sugli investimenti, sulla ricerca e sulla meritocrazia invece che sul mero contenimento del costo del lavoro che sta determinando ricadute pessime in termini di qualità del servizio ai cittadini. Venerdì è l’occasione per dare un segnale chiaro sulla reale volontà di “rimettere in moto” la macchina del Paese evitando di dover lasciare a piedi tutti i cittadini.”

“Un appello, infine, a tutta la società civile di partecipare alla notte bianca, portando a queste ragazze e ragazzi la solidarietà di un Paese nei confronti di chi non ha cercato scorciatoie facili ma si è rimboccato le maniche, ha accettato l’occasione di lavoro offerta dai call center e la svolge con dignità e professionalità. E’ un atto dovuto nei confronti della parte migliore del Paese.“

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