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In queste ore in OPEN ACCESS sono arrivate una serie di comunicazioni ai Tecnici On Field relative alle modalità di rifornimento dei mezzi aziendali, indicazioni che nell’attuale contesto di “ampia confusione gestionale” della RETE, da noi più volte evidenziato, non fanno che accentuare e peggiorare un clima aziendale già pesante.

Abbiamo compreso che le linee guida del nuovo azionista di riferimento “attenzione ai costi ed alle spese” sono temi cardine sui quali già in passato, e ben prima dell’arrivo dell’AD Cattaneo, abbiamo dichiarato che era necessaria un’azione significativa ma iniziare dal voler sanzionare coloro che non effettuano i rifornimenti di carburante all’IPERSELF lo riteniamo una provocazione del tutto gratuita.

Con varie modalità espositive ma sostanzialmente con contenuti similari le scriventi hanno scritto e motivato perché questa iniziativa deve essere rivista e richiesto all’azienda un incontro urgente.

Nell’incontro, avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, sono state spiegate all’azienda con grande determinazione ed enfasi le anomalie che presenta un’azione del genere. Siamo partiti dalle variegate situazioni territoriali nelle quali in alcune non sono presenti questi tipi d’impianti e contestualmente evidenziato la difficoltà del funzionamento delle schede e dell’esiguo numero delle ditte distributrici convenzionate fino ad arrivare alla valutazione del tema, per noi fondamentale, di salute e sicurezza e della congruità sul piano normativo-contrattuale della decisione aziendale.

Abbiamo poi focalizzato che le eventuali azioni sanzionatorie minacciate, in merito a questa dinamica, non si comprende come possano rientrare nel quadro di regole previste dal CCNL di lavoro.

Purtroppo abbiamo registrato al termine dell’incontro l’indisponibilità di rivedere e rimodulare l’ultimo capoverso della e-mail: “resta inteso che eventuali prelievi non giustificati attraverso modalità diverse (ad esempio “servito”) ti saranno addebitati in termini di differenza con il minor costo dell’Iperself” ma una verbale disponibilità nel realizzare delle FAQ e dare indicazioni geografiche su dove sono ubicati gli impianti IPERSELF.

Le ragioni della concretezza e del buon senso non hanno per ora prevalso questo significa che, se il nuovo corso inizia in questa maniera, il confronto sarà lungo, lastricato ed irto di difficoltà.

Nel frattempo chiediamo a tutte le RLS di attivarsi immediatamente sui territori per verificare l’avvenuta valutazione dei rischi connessi derivanti da questo “obbligo” deciso arbitrariamente dall’ azienda e diffidiamo TIM dall’effettuare qualsiasi azione unilaterale, a partire dal prelievo economico forzoso.

Le relazioni industriali, in un contesto dove l’AD dichiara di voler fare “azienda” ovvero migliorare il clima e coinvolgere maggiormente i colleghi, sono delle opportunità e non fastidiose liturgie.

Molto c’è da fare in OPEN ACCESS a partire dalla urgente rivisitazione della MOI - Manodopera d’impresa-, dalle relative tematiche degli appalti alle internalizzazioni.

Ribadendo quindi la necessità di rivedere il tema “IPERSELF” riteniamo necessario aprire un tavolo urgente di confronto complessivo e strutturato nel quale affrontare tutte le situazioni che una grande azienda come TIM, che occupa 43.500 dipendenti, ha al suo interno.

Partendo da quel nuovo piano industriale della RETE che era stato proclamato nel novembre scorso ma che non è mai stato operativamente enunciato.

Le SEGRETERIE NAZIONALI SLC CGIL – UILCOM UIL – FISTEL CISL – UGL Telecomunicazioni

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